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lunedì 22 dicembre 2008

Sotto la Turnhaus «segni» della storia



ALTO ADIGE - DOMENICA, 21 DICEMBRE 2008















 
L’archeologo Alberti segue con attenzione i lavori di demolizione a cura dell’Ipes


 LAIVES. Sotto la Turnhaus di via Noldin potrebbero nascondersi testimonianze del passato di Laives. L’ipotesi non è così peregrina, perché quell’area e i suoi edifici, è tra le più vecchie dell’intera cittadina e testimonianze di una presenza risalgono a diversi secoli orsono. Per questo Alberto Alberti, giovane archeologo locale, per conto della Sovrintendenza provinciale ai beni storici e artistici, sta seguendo costantemente i lavori di demolizione avviati dalla ditta incaricata dall’Ipes. «Frequento il cantiere regolarmente - spiega Alberti - proprio per verificare se demolizione prima e scavi poi possano mettere in luce qualche elemento del passato. Già ho avuto modo tempo fa di vedere le cantine e personalmente credo che sarebbero da salvare in qualche maniera essendo molto antiche, probabilmente risalenti alla prima costruzione, un maso di cui ci sono cenni nei documenti. Vedremo cosa emergerà dagli scavi».

Sotto la Turnhaus «segni» della storia



ALTO ADIGE - DOMENICA, 21 DICEMBRE 2008















 
L’archeologo Alberti segue con attenzione i lavori di demolizione a cura dell’Ipes


 LAIVES. Sotto la Turnhaus di via Noldin potrebbero nascondersi testimonianze del passato di Laives. L’ipotesi non è così peregrina, perché quell’area e i suoi edifici, è tra le più vecchie dell’intera cittadina e testimonianze di una presenza risalgono a diversi secoli orsono. Per questo Alberto Alberti, giovane archeologo locale, per conto della Sovrintendenza provinciale ai beni storici e artistici, sta seguendo costantemente i lavori di demolizione avviati dalla ditta incaricata dall’Ipes. «Frequento il cantiere regolarmente - spiega Alberti - proprio per verificare se demolizione prima e scavi poi possano mettere in luce qualche elemento del passato. Già ho avuto modo tempo fa di vedere le cantine e personalmente credo che sarebbero da salvare in qualche maniera essendo molto antiche, probabilmente risalenti alla prima costruzione, un maso di cui ci sono cenni nei documenti. Vedremo cosa emergerà dagli scavi».

Eurostar cancellato, rabbia Durnwalder

ALTO ADIGE - DOMENICA, 21 DICEMBRE 2008





















 
Il presidente della giunta durissimo con Moretti: «Suo dovere ripristinarlo al più presto»
 
Proteste in stazione: Trenitalia ha continuato a vendere biglietti per il Pendolino soppresso


 BOLZANO. «Noi garantiamo i servizi di trasporto locale; lo Stato deve garantire i collegamenti nazionali e internazionali». Lo ha dichiarato ieri il presidente della giunta Luis Durnwalder. «Appena possibile - ha annunciato - prenderò in visione i dati sui viaggiatori dei due treni soppressi. Se si evidenzierà il bisogno, pretenderò da Trenitalia la loro reintroduzione». Intanto, però, in stazione è polemica perché, nonostante Trenitalia avesse deciso la soppressione da tempo, aveva continuato a vendere biglietti per il Pendolino delle 9 per Roma. E ora, code su code per i rimborsi, e tutti sul treno per Lecce. Vecchio e malmesso.

 Non batte ciglio, il riconfermato presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder. Perché, dopo che Trenitalia ha deciso la soppressione dei due Eurostar da e per Roma, alle 9 in “discesa”, alle 16 in “salita”, più di qualcuno aveva ipotizzato si fosse trattato di una manovra per dare ossigeno allo scalo aereo bolzanino. «I voli da e per Roma - spiega Durnwalder - con questa questione non c’entrano proprio nulla». Insomma, i voli non aumenteranno se mancheranno i treni, e viceversa «non è che se c’è il treno non serve più l’aereo».

 Per smentire ulteriormente le voci di una manovra per potenziare l’Abd, Durnwalder, con decisione, annuncia: «Negli ultimi giorni mi è mancato il tempo, ma appena possibile prenderò visione dei dati sui treni soppressi, per verificare come stiano le cose». Trenitalia ha mantenuto il collegamento veloce da e per Roma solo fino a Verona e l’ad della società ha fatto capire che i collegamenti con Trento e Bolzano dovranno essere garantiti dalle due province autonome. «Se sulla linea i passeggeri ci sono - va giù duro il presidente altoatesino - allora il collegamento deve essere garantito dallo Stato; se i passeggeri non fossero sufficienti, non occorrerebbe un collegamento a nostre spese. E poi, non possono costringerci ad accollarci tutto. Già facciamo funzionare il trasporto locale, e poi spendiamo 8 milioni di euro per il conguaglio dei ticket, fra prezzo pagato dagli utenti e prezzo effettivo da pagare alle Ferrovie».

 Sullo stesso fronte, dopo gli appelli lanciati dal sindaco Spagnolli, da Alto Adige Marketing e pure dalla Hgv, si sta mobilitando anche il Trentino. Il governatore Dellai e l’assessore Pacher hanno chiesto un incontro urgente con i vertici di Trenitalia.

 Intanto, a Bolzano monta la polemica. Perché, visto il periodo natalizio e i conseguenti treni sovraffollati, in molti avevano prenotato con largo anticipo il Pendolino delle 9 per Roma, con l’intenzione di prenderlo in questi giorni. Invano, perché il treno è stato soppresso dal 15 dicembre. Peccato che, settimane fa, all’atto della prenotazione, agli sportelli della stazione non avessero battuto ciglio: Trenitalia sapeva della soppressione da tempo, ma i biglietti si erano venduti comunque. Tanto che numerosi bolzanini, possendendo il biglietto, ora si presentano convinti che il treno parta. Ma scoprono che le cose non stanno così. Allora, dopo una abbondante dose di arrabbiatura, si recano agli sportelli per chiedere il rimborso. Che però non viene pagato cash, bensì con un biglietto, sempre per Roma, ma sull’espresso per Lecce. Il ben noto, espresso per Lecce. Quello dalle carrozze, per usare un eufemismo, obsolete e poco dignitose. Per di più, parte mezz’ora dopo, alle 9 e 30. E a Bologna tocca pure cambiare treno. Anche la stessa Polfer ammette: «In questi giorni i passeggeri sono imbufaliti. Ritengono di essere presi in giro». (da.pa)






Eurostar cancellato, rabbia Durnwalder

ALTO ADIGE - DOMENICA, 21 DICEMBRE 2008





















 
Il presidente della giunta durissimo con Moretti: «Suo dovere ripristinarlo al più presto»
 
Proteste in stazione: Trenitalia ha continuato a vendere biglietti per il Pendolino soppresso


 BOLZANO. «Noi garantiamo i servizi di trasporto locale; lo Stato deve garantire i collegamenti nazionali e internazionali». Lo ha dichiarato ieri il presidente della giunta Luis Durnwalder. «Appena possibile - ha annunciato - prenderò in visione i dati sui viaggiatori dei due treni soppressi. Se si evidenzierà il bisogno, pretenderò da Trenitalia la loro reintroduzione». Intanto, però, in stazione è polemica perché, nonostante Trenitalia avesse deciso la soppressione da tempo, aveva continuato a vendere biglietti per il Pendolino delle 9 per Roma. E ora, code su code per i rimborsi, e tutti sul treno per Lecce. Vecchio e malmesso.

 Non batte ciglio, il riconfermato presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder. Perché, dopo che Trenitalia ha deciso la soppressione dei due Eurostar da e per Roma, alle 9 in “discesa”, alle 16 in “salita”, più di qualcuno aveva ipotizzato si fosse trattato di una manovra per dare ossigeno allo scalo aereo bolzanino. «I voli da e per Roma - spiega Durnwalder - con questa questione non c’entrano proprio nulla». Insomma, i voli non aumenteranno se mancheranno i treni, e viceversa «non è che se c’è il treno non serve più l’aereo».

 Per smentire ulteriormente le voci di una manovra per potenziare l’Abd, Durnwalder, con decisione, annuncia: «Negli ultimi giorni mi è mancato il tempo, ma appena possibile prenderò visione dei dati sui treni soppressi, per verificare come stiano le cose». Trenitalia ha mantenuto il collegamento veloce da e per Roma solo fino a Verona e l’ad della società ha fatto capire che i collegamenti con Trento e Bolzano dovranno essere garantiti dalle due province autonome. «Se sulla linea i passeggeri ci sono - va giù duro il presidente altoatesino - allora il collegamento deve essere garantito dallo Stato; se i passeggeri non fossero sufficienti, non occorrerebbe un collegamento a nostre spese. E poi, non possono costringerci ad accollarci tutto. Già facciamo funzionare il trasporto locale, e poi spendiamo 8 milioni di euro per il conguaglio dei ticket, fra prezzo pagato dagli utenti e prezzo effettivo da pagare alle Ferrovie».

 Sullo stesso fronte, dopo gli appelli lanciati dal sindaco Spagnolli, da Alto Adige Marketing e pure dalla Hgv, si sta mobilitando anche il Trentino. Il governatore Dellai e l’assessore Pacher hanno chiesto un incontro urgente con i vertici di Trenitalia.

 Intanto, a Bolzano monta la polemica. Perché, visto il periodo natalizio e i conseguenti treni sovraffollati, in molti avevano prenotato con largo anticipo il Pendolino delle 9 per Roma, con l’intenzione di prenderlo in questi giorni. Invano, perché il treno è stato soppresso dal 15 dicembre. Peccato che, settimane fa, all’atto della prenotazione, agli sportelli della stazione non avessero battuto ciglio: Trenitalia sapeva della soppressione da tempo, ma i biglietti si erano venduti comunque. Tanto che numerosi bolzanini, possendendo il biglietto, ora si presentano convinti che il treno parta. Ma scoprono che le cose non stanno così. Allora, dopo una abbondante dose di arrabbiatura, si recano agli sportelli per chiedere il rimborso. Che però non viene pagato cash, bensì con un biglietto, sempre per Roma, ma sull’espresso per Lecce. Il ben noto, espresso per Lecce. Quello dalle carrozze, per usare un eufemismo, obsolete e poco dignitose. Per di più, parte mezz’ora dopo, alle 9 e 30. E a Bologna tocca pure cambiare treno. Anche la stessa Polfer ammette: «In questi giorni i passeggeri sono imbufaliti. Ritengono di essere presi in giro». (da.pa)






sabato 20 dicembre 2008

A Poli i Famila ex Omniscom

ALTO ADIGE - SABATO, 20 DICEMBRE 2008















 
Decisa la divisione dei supermarket tra i trentini e Aspiag


 BOLZANO. Buone notizie per i 44 dipendenti amministrativi dell’Omniscom: dopo l’incontro di ieri tra i sindacati e l’azienda, è praticamente certo che saranno tutti riassorbiti all’interno delle due nuove proprietà, il gruppo Aspiag e quello Poli. Soddisfatti i sindacati: «Abbiamo raggiunto un buon risultato salvaguardando posti e condizioni di lavoro», commenta Maurizio Surian della Cgil.

 Nel frattempo il colosso austriaco e il gruppo trentino hanno trovato un accordo definitivo sui 18 punti vendita messi in vendita dal gruppo Tosolini. Come era stato pattuito inizialmente, dieci supermercati ex Omniscom andranno ad Aspiag ed otto a Poli, con questi ultimi tutti situati a Bolzano con l’eccezione dell’A&O di via Piave a Merano.

 Poli si è accaparrata i due Famila bolzanini, quello di via Galvani e quello di Firmian, in via Resia. Ai trentini andrà anche il magazzino ex Standa in Corso Italia che sarà trasformato in un punto vendita Regina (il marchio Poli per i prodotti non food) e i supermercati A&O di via del Ronco, piazza Matteotti e via Claudia Augusta, oltre al punto vendita meranese di via Piave.

 Saranno invece trasformati in supermercati Despar o Eurospar (a seconda della dimensione) gli attuali A&O bolzanini di via Bari, via Similaun, via Crispi, viale Druso, via Parma e via Museo, oltre ai quattro supermercati periferici che facevano capo ad Omniscom a Ora, Laives, Lana e Brunico.

 Il passaggio di proprietà dovrebbe avvenire a gennaio. In tutti i casi spariranno i vecchi marchi di cui era concessionaria Omniscom (quindi non ci saranno più supermercati targati Famila e A&O), sostituiti da quelli dei gruppi Poli e Aspiag. Come noto, il gruppo Tosolini ha venduto solo le licenze commerciali che facevano capo ad Omniscom, mentre resta proprietaria delle infrastrutture che saranno dunque date in affitto ai due nuovi soggetti subentranti.






A Poli i Famila ex Omniscom

ALTO ADIGE - SABATO, 20 DICEMBRE 2008















 
Decisa la divisione dei supermarket tra i trentini e Aspiag


 BOLZANO. Buone notizie per i 44 dipendenti amministrativi dell’Omniscom: dopo l’incontro di ieri tra i sindacati e l’azienda, è praticamente certo che saranno tutti riassorbiti all’interno delle due nuove proprietà, il gruppo Aspiag e quello Poli. Soddisfatti i sindacati: «Abbiamo raggiunto un buon risultato salvaguardando posti e condizioni di lavoro», commenta Maurizio Surian della Cgil.

 Nel frattempo il colosso austriaco e il gruppo trentino hanno trovato un accordo definitivo sui 18 punti vendita messi in vendita dal gruppo Tosolini. Come era stato pattuito inizialmente, dieci supermercati ex Omniscom andranno ad Aspiag ed otto a Poli, con questi ultimi tutti situati a Bolzano con l’eccezione dell’A&O di via Piave a Merano.

 Poli si è accaparrata i due Famila bolzanini, quello di via Galvani e quello di Firmian, in via Resia. Ai trentini andrà anche il magazzino ex Standa in Corso Italia che sarà trasformato in un punto vendita Regina (il marchio Poli per i prodotti non food) e i supermercati A&O di via del Ronco, piazza Matteotti e via Claudia Augusta, oltre al punto vendita meranese di via Piave.

 Saranno invece trasformati in supermercati Despar o Eurospar (a seconda della dimensione) gli attuali A&O bolzanini di via Bari, via Similaun, via Crispi, viale Druso, via Parma e via Museo, oltre ai quattro supermercati periferici che facevano capo ad Omniscom a Ora, Laives, Lana e Brunico.

 Il passaggio di proprietà dovrebbe avvenire a gennaio. In tutti i casi spariranno i vecchi marchi di cui era concessionaria Omniscom (quindi non ci saranno più supermercati targati Famila e A&O), sostituiti da quelli dei gruppi Poli e Aspiag. Come noto, il gruppo Tosolini ha venduto solo le licenze commerciali che facevano capo ad Omniscom, mentre resta proprietaria delle infrastrutture che saranno dunque date in affitto ai due nuovi soggetti subentranti.






Confronto prezzi, la convenienza è a Trento

ALTO ADIGE - SABATO, 20 DICEMBRE 2008



























 
di Mirco Marchiodi
 
Indagine Astat: Bolzano in testa al carovita per casa, alimentari e servizi di ristorazione
 
La spesa costa meno a sud di Salorno ma Innsbruck è più cara rispetto all’Alto Adige


 BOLZANO. «Rispetto a Bolzano, fare shopping a Trento è più economico, ma a Innsbruck la spesa costa di più». È questo il risultato del confronto prezzi che l’Astat ha reso noto nella giornata di ieri. Dall’indagine emerge che in Trentino la vita costa molto meno, a partire dalla casa. La differenza di spesa calcolata utilizzando un minipaniere di 40 prodotti - dagli alimentari ai servizi ricettivi fino ai prodotti di uso quotidiano - è nell’ordine del 7%. Per acquistare tutti gli articoli del minipaniere a Bolzano si spendono 154 euro, mentre a Trento ne bastano 143. A Innsbruck però il costo sale a 166 euro. Molto vicini ai prezzi bolzanini quelli degli altri Comuni altoatesini, con l’eccezione costituita dalle località turistiche, che sono più care.

 L’osservatorio prezzi dell’Astat ha messo a confronto i prezzi di un centinaio di prodotti rilevando il loro costo nei centri maggiori dell’Alto Adige oltre che a Trento e Innsbruck. Un’indagine laboriosa, resa difficile anche dal fatto che non sempre i prodotti presi in esame sono confrontabili tra di loro. La tendenza generale comunque è chiara, come afferma lo stesso ufficio di statistica provinciale: «Lo shopping a Trento è il più economico, mentre al contrario quello di Innsbruck è relativamente caro».

 Caro-casa. Bolzano si conferma la città con i canoni di affitto più elevati. Per un’abitazione di 75 metri quadrati in centro si pagano mediamente 960 euro mensili contro gli 834 di Trento e i 738 di Innsbruck. Passando alla periferia le cose non migliorano: il canone d’affitto mensile a Bolzano è di 800 euro, a Trento invece solo di 640 mentre a Innsbruck addirittura si scende a 612 euro. I bolzanini possono consolarsi con le tariffe: per acqua e rifiuti si paga meno che a Trento.

 Abbigliamento. Dice l’Astat: «Nonostante i confronti territoriali in questo settore siano piuttosto problematici, emerge con evidenza la convenienza ad effettuare questo tipo di acquisti a Trento». Bolzano però è perdente anche nel confronto con Innsbruck, sebbene il Comune più caro in assoluto in questo comparto sia quello di Brunico.

 Trasporti. Confermata anche qui la tendenza che indica Trento come città più conveniente. Comprando la stessa auto a Trento invece che a Bolzano si arrivano a risparmiare anche più di mille euro su una spesa complessiva che non supera i 20 mila. Innsbruck però è ancora più cara rispetto all’Alto Adige, ma in compenso in Tirolo è meno costosa la benzina.

 Tempo libero. Innsbruck è la più cara se si vuole andare al cinema, ma la più conveniente per chi vuole divertirsi in discoteca.Difficile individuare una tendenza tra i prodotti di elettronica: a seconda del modello, il primato di città più conveniente passa da Bolzano a Innsbruck a Trento, con quest’ultima però che conta il maggior numero di prezzi più bassi.

 Alimentari. La spesa quotidiana conviene senza dubbio farla a Trento. La pasta costa circa il 10% in meno rispetto a Bolzano. Stesso discorso per il riso, mentre prodotti come i biscotti, il latte o il grana padano presentano differenze ancora maggiori. Per quanto riguarda frutta e verdura, la città meno cara sembra invece essere Innsbruck.

 Bar e ristoranti. Bolzano ha il caffè più caro d’Italia (ma ad Innsbruck stanno molto peggio, e in Alto Adige Bressanone e Brunico registrano prezzi più elevati rispetto a quelli del capoluogo), però è meno cara di Trento se si vuole pranzare in ristorante (11,10 euro contro i 13,30 di Trento). Bolzano conviene anche per le consumazioni al bar (la birra, un bicchiere di vino rosso o un aperitivo costano meno rispetto a Trento), mentre il gelato è generalmente più costoso.

 Altri beni e servizi. Il taglio capelli per uomo a Bolzano costa un euro più rispetto a Trento (21 contro 20), ma due in meno che a Innsbruck. Il Tirolo è il più conveniente per i pannolini e per la carta igienica, mentre il dentifricio costa meno a Trento. Prendendo in esame i 40 prodotti dei settori alimentari, servizi e ristorazione, Trento presenta la spesa più bassa: 143 euro contro i 154 di Bolzano e i 167 di Innsbruck. Attorno ai 150 euro la spesa a Merano, Brunico e Bressanone.