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mercoledì 30 maggio 2007

Alto Adige - mercoledì 30 maggio 2007



«Piazza in centro: ascolteremo anche il parere degli abitanti» 


   


IL SINDACO Polonioli risponde ai timori di Grasso 


 


LAIVES. Sulle preoccupazioni espresse dal consigliere di Rifondazione Comunista Rosario Grasso in merito al futuro della piazza in centro città, il sindaco rassicura che si tratta delle stesse preoccupazioni alla base delle scelte della maggioranza. Grasso auspicava che il centro cittadino, quando sarà trasformato, diventi veramente il cuore pulsante della città, anche per escludere rischi sociali. «Sono tematiche che abbiamo chiare - dice Polonioli - e da tempo stiamo studiando le soluzioni più opportune per la nuova piazza e tutto il resto che caratterizzerà il centro cittadino, con particolare attenzione alla viabilità e ai collegamenti che non dovranno assolutamente penalizzare la via Pietralba. È anche per questo che nel futuro centro andranno inserite presenze anche pubbliche atte a garantire vitalità e voglia della nostra comunità, di ritrovarsi nella piazza. Pensiamo ad esempio alla pinacoteca che si attende da anni e per la quale stiamo raccogliendo opere anche attraverso il concorso di pittura Città di Laives. Stiamo poi valutando come coinvolgere anche la gente in queste scelte e ad esempio, durante i prossimi giovedì lunghi dei commercianti, potremmo aprire uno stand apposito nel quale illustrare i nostri programmi per il futuro centro cittadino, raccogliendo nel contempo pareri e critiche della popolazione. Si tratterebbe di un sistema come quello adottato per l’ampliamento del parco di via Marconi, dove anche è stata coinvolta la comunità mediante questionari con cui le famiglie potevano indicare ciò che volevano o non volevano nel futuro parco pubblico. Così si potrebbe operare che per la piazza perché, lo ripeto, dovrà diventare il cuore pulsante dell’intera città. Un riferimento qualificante per tutti». Dopo il parco di via Marconi, la realizzazione della piazza centrale potrebbe vedere l’applicazione della «democrazia partecipata», ovvero sentire preventivamente il parere dei cittadini e tenerne conto nel limite del possibile durante la fase concreta della progettazione e quindi della costruzione. (b.c.)


 

Alto Adige - mercoledì 30 maggio 2007



«Piazza in centro: ascolteremo anche il parere degli abitanti» 


   


IL SINDACO Polonioli risponde ai timori di Grasso 


 


LAIVES. Sulle preoccupazioni espresse dal consigliere di Rifondazione Comunista Rosario Grasso in merito al futuro della piazza in centro città, il sindaco rassicura che si tratta delle stesse preoccupazioni alla base delle scelte della maggioranza. Grasso auspicava che il centro cittadino, quando sarà trasformato, diventi veramente il cuore pulsante della città, anche per escludere rischi sociali. «Sono tematiche che abbiamo chiare - dice Polonioli - e da tempo stiamo studiando le soluzioni più opportune per la nuova piazza e tutto il resto che caratterizzerà il centro cittadino, con particolare attenzione alla viabilità e ai collegamenti che non dovranno assolutamente penalizzare la via Pietralba. È anche per questo che nel futuro centro andranno inserite presenze anche pubbliche atte a garantire vitalità e voglia della nostra comunità, di ritrovarsi nella piazza. Pensiamo ad esempio alla pinacoteca che si attende da anni e per la quale stiamo raccogliendo opere anche attraverso il concorso di pittura Città di Laives. Stiamo poi valutando come coinvolgere anche la gente in queste scelte e ad esempio, durante i prossimi giovedì lunghi dei commercianti, potremmo aprire uno stand apposito nel quale illustrare i nostri programmi per il futuro centro cittadino, raccogliendo nel contempo pareri e critiche della popolazione. Si tratterebbe di un sistema come quello adottato per l’ampliamento del parco di via Marconi, dove anche è stata coinvolta la comunità mediante questionari con cui le famiglie potevano indicare ciò che volevano o non volevano nel futuro parco pubblico. Così si potrebbe operare che per la piazza perché, lo ripeto, dovrà diventare il cuore pulsante dell’intera città. Un riferimento qualificante per tutti». Dopo il parco di via Marconi, la realizzazione della piazza centrale potrebbe vedere l’applicazione della «democrazia partecipata», ovvero sentire preventivamente il parere dei cittadini e tenerne conto nel limite del possibile durante la fase concreta della progettazione e quindi della costruzione. (b.c.)


 

Aeroporto ed inquinamenti


Una proposta di mediazione



La scorsa settimana nella mediazione è stata presentata una proposta del “Gruppo di lavoro di Laives” di cui fanno parte i rappresentanti del Centro di Attenzione Permanente di S. Giacomo e quelli indicati da Rifondazione Comunista.


Si è trattato, a nostro avviso, di un contributo importante che ha dimostrato come si possa seriamente concorrere alla ricerca di una soluzione pur avanzando dubbi e perplessità sullo strumento prescelto.


Nella prima parte Lorenzo Merlini ha fatto un’analisi dettagliata della situazione ambientale attuale e futura sulla base dei dati forniti durante la mediazione e dei prospettati interventi di carattere urbanistico. Ne è uscita confermata la preoccupazione dell’Appa che individua in Bolzano e nella Bassa Atesina, una delle zone  a maggior rischio inquinamento.


Successivamente è toccato a Massimo Gigliotti evidenziare, partendo dai dati forniti dalla Camera di Commercio e dall’ABD, come non vi sia alcun rapporto diretto tra presenza dell’aeroporto e sviluppo economico: ad una lettura attenta, sembra quasi  essere, se non di ostacolo, ininfluente.  In particolare sono state contestate le ragioni portate avanti dall’ala economica presente nella mediazione che legava alla presenza di uno scalo lo sviluppo del turismo e dell’occupazione, l’aumento delle esportazioni, la raggiungibilità del nostro territorio e la possibilità di spostamento degli altoatesini. I dati messi a confronto dimostrano la risibilità delle ragioni addotte dai sostenitori dello scalo.


Infine Marco Bove, a nome di tutto il gruppo, ha presentato una proposta di mediazione che si basa essenzialmente sulle aspettative della popolazione, su quanto promesso anche di recente dalla politica e sul contratto di mediazione sottoscritto da tutti i partecipanti che al punto 3 prevede di:


1.       svolgere un’analisi conoscitiva dello stato di fatto identificando tutte le fonti inquinanti, concordando criteri e strumenti di misurazione, ecc.;


2.       elaborare un pacchetto vincolante d’interventi per ridurre a breve, medio e lungo termine l’impatto attuale.


Su questa base sono stati richiesti la Valutazione di Impatto Territoriale e di Impatto Ambientale, il Piano di Sviluppo Aeroportuale e la zonizzazione.


A corredo la puntuale elencazione dei principali riferimenti normativi e di legge e tutta una serie di interventi, anche minimi, da attuare nel breve-medio periodo e su cui aprire la discussione.


Si tratta di proposte che vanno nella direzione auspicata dal presidente Durnwalder che di recente ha affermato: ”La mediazione non dovrà inquadrare esclusivamente l'aeroporto isolato dal suo contesto, ma tener conto di tutte le fonti di inquinamento ambientale e acustico” per cui  “un adeguamento dell'aeroporto sarà eseguito solo a condizione di non aggravare l'impatto complessivo per la cittadinanza”.



Rifondazione Comunista - Laives


 


Aeroporto ed inquinamenti


Una proposta di mediazione



La scorsa settimana nella mediazione è stata presentata una proposta del “Gruppo di lavoro di Laives” di cui fanno parte i rappresentanti del Centro di Attenzione Permanente di S. Giacomo e quelli indicati da Rifondazione Comunista.


Si è trattato, a nostro avviso, di un contributo importante che ha dimostrato come si possa seriamente concorrere alla ricerca di una soluzione pur avanzando dubbi e perplessità sullo strumento prescelto.


Nella prima parte Lorenzo Merlini ha fatto un’analisi dettagliata della situazione ambientale attuale e futura sulla base dei dati forniti durante la mediazione e dei prospettati interventi di carattere urbanistico. Ne è uscita confermata la preoccupazione dell’Appa che individua in Bolzano e nella Bassa Atesina, una delle zone  a maggior rischio inquinamento.


Successivamente è toccato a Massimo Gigliotti evidenziare, partendo dai dati forniti dalla Camera di Commercio e dall’ABD, come non vi sia alcun rapporto diretto tra presenza dell’aeroporto e sviluppo economico: ad una lettura attenta, sembra quasi  essere, se non di ostacolo, ininfluente.  In particolare sono state contestate le ragioni portate avanti dall’ala economica presente nella mediazione che legava alla presenza di uno scalo lo sviluppo del turismo e dell’occupazione, l’aumento delle esportazioni, la raggiungibilità del nostro territorio e la possibilità di spostamento degli altoatesini. I dati messi a confronto dimostrano la risibilità delle ragioni addotte dai sostenitori dello scalo.


Infine Marco Bove, a nome di tutto il gruppo, ha presentato una proposta di mediazione che si basa essenzialmente sulle aspettative della popolazione, su quanto promesso anche di recente dalla politica e sul contratto di mediazione sottoscritto da tutti i partecipanti che al punto 3 prevede di:


1.       svolgere un’analisi conoscitiva dello stato di fatto identificando tutte le fonti inquinanti, concordando criteri e strumenti di misurazione, ecc.;


2.       elaborare un pacchetto vincolante d’interventi per ridurre a breve, medio e lungo termine l’impatto attuale.


Su questa base sono stati richiesti la Valutazione di Impatto Territoriale e di Impatto Ambientale, il Piano di Sviluppo Aeroportuale e la zonizzazione.


A corredo la puntuale elencazione dei principali riferimenti normativi e di legge e tutta una serie di interventi, anche minimi, da attuare nel breve-medio periodo e su cui aprire la discussione.


Si tratta di proposte che vanno nella direzione auspicata dal presidente Durnwalder che di recente ha affermato: ”La mediazione non dovrà inquadrare esclusivamente l'aeroporto isolato dal suo contesto, ma tener conto di tutte le fonti di inquinamento ambientale e acustico” per cui  “un adeguamento dell'aeroporto sarà eseguito solo a condizione di non aggravare l'impatto complessivo per la cittadinanza”.



Rifondazione Comunista - Laives


 


martedì 22 maggio 2007

Ripensare la piazza





Ha ragione Claudio Vedovelli quando, in una lettera inviata alla stampa, afferma che l’intervista rilasciata dal dott. Chiereghin e da sua moglie all’indomani della rapina alla loro farmacia, apre il cuore alla speranza: se esistono persone così allora non tutto è perduto.


Nelle parole dei due farmacisti non vi è traccia di rancore, non chiedono maggiore sicurezza e più polizia, ma preferiscono analizzare le ragioni di fondo che hanno portato a quegli avvenimenti a partire da una città incapace di favorire il senso di appartenenza ad una comunità e sicuramente non a misura dei suoi abitanti. Vi è poi l’auspicio, per niente nostalgico, di quartieri in cui tutti si conoscano, il calore umano sia la norma, i bambini tornino a giocare nei cortili ed in cui perfino il degrado sia a misura d’uomo.


L’analisi è spietata e non ammette repliche.


«Qui è mancato, e manca tutt’ora, un progetto globale, di ampio respiro; si sono dati da fare gli architetti, con le loro idee da accademia, ma gli amministratori non hanno fatto il loro dovere. Basti pensare alle licenze commerciali. A una piazza servono bar, ristoranti, tabacchini, gelaterie. Punti di aggregazione. Verde, frescura, ombrelloni. Non il deserto di pietra.(..) si è persa l’occasione di trasformare la realtà in qualcosa di vivo, positivo, partecipato.».


Noi riteniamo che a queste parole non vi sia altro da aggiungere, ma le offriamo al sindaco ed agli amministratori di Laives affinché, nell’atto di deliberare la nuova piazza e più in generale l’assetto urbanistico della nostra città, possano evitare gli errori denunciati con lucida semplicità dai coniugi Chiereghin.


 


Rifondazione Comunista - Laives

Ripensare la piazza





Ha ragione Claudio Vedovelli quando, in una lettera inviata alla stampa, afferma che l’intervista rilasciata dal dott. Chiereghin e da sua moglie all’indomani della rapina alla loro farmacia, apre il cuore alla speranza: se esistono persone così allora non tutto è perduto.


Nelle parole dei due farmacisti non vi è traccia di rancore, non chiedono maggiore sicurezza e più polizia, ma preferiscono analizzare le ragioni di fondo che hanno portato a quegli avvenimenti a partire da una città incapace di favorire il senso di appartenenza ad una comunità e sicuramente non a misura dei suoi abitanti. Vi è poi l’auspicio, per niente nostalgico, di quartieri in cui tutti si conoscano, il calore umano sia la norma, i bambini tornino a giocare nei cortili ed in cui perfino il degrado sia a misura d’uomo.


L’analisi è spietata e non ammette repliche.


«Qui è mancato, e manca tutt’ora, un progetto globale, di ampio respiro; si sono dati da fare gli architetti, con le loro idee da accademia, ma gli amministratori non hanno fatto il loro dovere. Basti pensare alle licenze commerciali. A una piazza servono bar, ristoranti, tabacchini, gelaterie. Punti di aggregazione. Verde, frescura, ombrelloni. Non il deserto di pietra.(..) si è persa l’occasione di trasformare la realtà in qualcosa di vivo, positivo, partecipato.».


Noi riteniamo che a queste parole non vi sia altro da aggiungere, ma le offriamo al sindaco ed agli amministratori di Laives affinché, nell’atto di deliberare la nuova piazza e più in generale l’assetto urbanistico della nostra città, possano evitare gli errori denunciati con lucida semplicità dai coniugi Chiereghin.


 


Rifondazione Comunista - Laives

venerdì 18 maggio 2007

Nomine nel CDA della Sasa


 




Durante l’ultimo consiglio comunale si è provveduto a nominare i rappresentanti del nostro comune  all’interno del CDA della Sasa.


Si tratta di un atto importante che avrebbe richiesto di guardare alle capacità ed all’esperienza delle persone più che all’appartenenza politica. Necessario sarebbe stato poi un metodo basato su criteri di trasparenza.


La nostra proposta è stata dunque quella di procedere all’elezione scegliendo tra vari candidati sulla base di un programma anche minimo, ma serio, e su impegni precisi. Questo avrebbe permesso, a fine mandato, di avere elementi concreti di valutazione del loro operato.


Sulla base di questo ragionamento abbiamo chiesto la sospensione dei lavori per verificare se vi fosse la volontà comune di cambiare il metodo nelle nomine e di giungere a soluzioni condivise.  Dare un’immagine diversa da quello di un mercato delle poltrone legando i nostri rappresentanti all’impegno di trasformare le indennità in minimi gettoni di presenza, ad informare regolarmente il consiglio e, perché no, ad un impegno di dimissioni in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi enunciati, sarebbe stato un segnale di un modo diverso di operare che avrebbe dato lustro al nostro comune.


Rifondazione Comunista – Laives