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mercoledì 2 maggio 2007

Una piazza come luogo d'incontro.

La piazza è da sempre il luogo dell’incontro e dello scambio e per questo dovrebbe privilegiare la dimensione pubblica delle varie attività non direttamente occupate dell'amministrazione: spazi espositivi, ambienti informativi, sale conferenze, biblioteche, case della cultura, musei storici, fotografici, degli usi e costumi, zone ristoro e ricreative. Luoghi, insomma, immediatamente fruibili da tutti al di là della lingua e della provenienza.


Più importante della dimensione è quindi ciò che nella piazza si colloca e la qualità dell’arredo urbano è fondamentale.


Abbattere, far scomparire ciò che è rimasto di familiare è spesso un errore. L’edificio del nuovo municipio e la piazzetta antistante, che è addirittura transennata affinché la pavimentazione non si rovini, difficilmente potranno sostituire lo stretto corridoio del vecchio edificio dove ci si fermava a discutere e a chiacchierare magari seduti o appoggiati alla ringhiera.


Ricreare specularmente un altro edificio in tutto simile al nuovo municipio produrrà automaticamente uno slargo, ma non creerà  una vera piazza.


Far partecipare i privati non ci scandalizza, ma non produrre un’idea di spazio pubblico immediatamente utilizzabile dai cittadini e senza imparare dagli errori passati, ci pare invece inammissibile.


Ai progettisti occorre dare mano libera, affidarsi alla loro fantasia e capacità di coniugare il vecchio con il nuovo  con un unico vincolo: creare uno spazio funzionale alla socializzazione di entrambi i gruppi linguistici e perché no dei nuovi concittadini. Una piazza, insomma, in cui possano ritrovarsi giovani ed anziani, uomini e donne, italiani e tedeschi, abitanti storici e nuovi concittadini.


Fondamentale è dunque ciò che si mette nella cubatura e non la quantità, aumentare i richiami a fermarsi ed a fruire dello spazio e non diminuirli.


Perché allora non lanciare un concorso di idee che possa prevedere anche la conservazione del vecchio municipio trasformato in un raccordo tra due piazze tra loro comunicanti. Il vecchio edificio una sua rispettabilità architettonica ce l’ha e potrebbe dunque essere convertito in un’area contenente spazi per attivitá culturali e di intrattenimento o anche in una sorta di mercato coperto o di loggia così come ve ne sono in altre città italiane ed europee. Potrebbe poi completare l’opera un arredo urbano che conservando tutto ciò che rimane di familiare, introduca elementi pensati anche per l’intrattenimento: giochi, fontane, opere d’arte a disposizione dei cittadini, ma che diventano nello stesso tempo attraenti anche per i turisti.


Si tratta di dare libero sfogo alla fantasia dei progettisti e poi di coinvolgere i cittadini al fine di produrre uno spazio percepito sin dal primo istante come proprio da tutti.


Va da sé che condizione indispensabile è l’eliminazione del traffico da via Pietralba.


 


Rifondazione Comunista - Laives

Una piazza come luogo d'incontro.

La piazza è da sempre il luogo dell’incontro e dello scambio e per questo dovrebbe privilegiare la dimensione pubblica delle varie attività non direttamente occupate dell'amministrazione: spazi espositivi, ambienti informativi, sale conferenze, biblioteche, case della cultura, musei storici, fotografici, degli usi e costumi, zone ristoro e ricreative. Luoghi, insomma, immediatamente fruibili da tutti al di là della lingua e della provenienza.


Più importante della dimensione è quindi ciò che nella piazza si colloca e la qualità dell’arredo urbano è fondamentale.


Abbattere, far scomparire ciò che è rimasto di familiare è spesso un errore. L’edificio del nuovo municipio e la piazzetta antistante, che è addirittura transennata affinché la pavimentazione non si rovini, difficilmente potranno sostituire lo stretto corridoio del vecchio edificio dove ci si fermava a discutere e a chiacchierare magari seduti o appoggiati alla ringhiera.


Ricreare specularmente un altro edificio in tutto simile al nuovo municipio produrrà automaticamente uno slargo, ma non creerà  una vera piazza.


Far partecipare i privati non ci scandalizza, ma non produrre un’idea di spazio pubblico immediatamente utilizzabile dai cittadini e senza imparare dagli errori passati, ci pare invece inammissibile.


Ai progettisti occorre dare mano libera, affidarsi alla loro fantasia e capacità di coniugare il vecchio con il nuovo  con un unico vincolo: creare uno spazio funzionale alla socializzazione di entrambi i gruppi linguistici e perché no dei nuovi concittadini. Una piazza, insomma, in cui possano ritrovarsi giovani ed anziani, uomini e donne, italiani e tedeschi, abitanti storici e nuovi concittadini.


Fondamentale è dunque ciò che si mette nella cubatura e non la quantità, aumentare i richiami a fermarsi ed a fruire dello spazio e non diminuirli.


Perché allora non lanciare un concorso di idee che possa prevedere anche la conservazione del vecchio municipio trasformato in un raccordo tra due piazze tra loro comunicanti. Il vecchio edificio una sua rispettabilità architettonica ce l’ha e potrebbe dunque essere convertito in un’area contenente spazi per attivitá culturali e di intrattenimento o anche in una sorta di mercato coperto o di loggia così come ve ne sono in altre città italiane ed europee. Potrebbe poi completare l’opera un arredo urbano che conservando tutto ciò che rimane di familiare, introduca elementi pensati anche per l’intrattenimento: giochi, fontane, opere d’arte a disposizione dei cittadini, ma che diventano nello stesso tempo attraenti anche per i turisti.


Si tratta di dare libero sfogo alla fantasia dei progettisti e poi di coinvolgere i cittadini al fine di produrre uno spazio percepito sin dal primo istante come proprio da tutti.


Va da sé che condizione indispensabile è l’eliminazione del traffico da via Pietralba.


 


Rifondazione Comunista - Laives

Raccolta delle firme:la maggioranza sta a guardare.

Continua con successo, anche in questi giorni, la raccolta delle firme per la consultazione referendaria sull’ampliamento dell’aeroporto e per una maggiore democrazia, ma senza che da parte del mondo politico di Laives vi sia stato un sostegno convinto e tangibile. Finora, oltre a rifondazione, solo i verdi ed il consigliere Nicolussi si sono impegnati concretamente nella raccolta delle firme, mentre è di questi giorni la confortante notizia che, dopo un lungo travaglio, anche i DS locali parteciperanno al buon esito dell’iniziativa referendaria.


Persiste invece l’assordante silenzio da parte dell’amministrazione comunale, incapace di prendere una posizione chiara sullo scalo di S. Giacomo e sui problemi ambientali e di salute che il previsto ampliamento solleva.


Saremmo pertanto curiosi di sapere fin d’ora cosa risponderanno la maggioranza nel suo complesso ed i rappresentanti dell’SVP in particolare, quando verrà chiesto loro cosa hanno fatto per difendere il diritto dei loro amministrati ad esprimersi ed a veder salvaguardati salute ed ambiente.


È evidente che a quel punto sarà troppo tardi per dare una mano nella raccolta delle firme e si sarà persa la possibilità di far pesare nella mediazione l’opinione dei cittadini.


Un numero eccezionale di firme raccolto in poco tempo nel nostro comune sarebbe uno strumento di straordinaria pressione sulla mediazione e non farne uso è ai più incomprensibile. Se a questo si aggiunge che, come più volte dichiarato dal sindaco, si rinuncia ad un ruolo attivo nel processo di mediazione lasciando che siano altri a prendere le decisioni, si comprende perché siano sempre di più i cittadini che diffidano della politica.


                                       Rifondazione Comunista - Laives

Raccolta delle firme:la maggioranza sta a guardare.

Continua con successo, anche in questi giorni, la raccolta delle firme per la consultazione referendaria sull’ampliamento dell’aeroporto e per una maggiore democrazia, ma senza che da parte del mondo politico di Laives vi sia stato un sostegno convinto e tangibile. Finora, oltre a rifondazione, solo i verdi ed il consigliere Nicolussi si sono impegnati concretamente nella raccolta delle firme, mentre è di questi giorni la confortante notizia che, dopo un lungo travaglio, anche i DS locali parteciperanno al buon esito dell’iniziativa referendaria.


Persiste invece l’assordante silenzio da parte dell’amministrazione comunale, incapace di prendere una posizione chiara sullo scalo di S. Giacomo e sui problemi ambientali e di salute che il previsto ampliamento solleva.


Saremmo pertanto curiosi di sapere fin d’ora cosa risponderanno la maggioranza nel suo complesso ed i rappresentanti dell’SVP in particolare, quando verrà chiesto loro cosa hanno fatto per difendere il diritto dei loro amministrati ad esprimersi ed a veder salvaguardati salute ed ambiente.


È evidente che a quel punto sarà troppo tardi per dare una mano nella raccolta delle firme e si sarà persa la possibilità di far pesare nella mediazione l’opinione dei cittadini.


Un numero eccezionale di firme raccolto in poco tempo nel nostro comune sarebbe uno strumento di straordinaria pressione sulla mediazione e non farne uso è ai più incomprensibile. Se a questo si aggiunge che, come più volte dichiarato dal sindaco, si rinuncia ad un ruolo attivo nel processo di mediazione lasciando che siano altri a prendere le decisioni, si comprende perché siano sempre di più i cittadini che diffidano della politica.


                                       Rifondazione Comunista - Laives