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domenica 6 aprile 2008

CLINICA ODONTOIATRICA: LA SFIDA

ALTO ADIGE, 06 APRILE 2008


 di Valeria Frangipane


 «Puntiamo a curare 5.000 pazienti l’anno»


 «Non maneggiamo protesi cinesi Siamo dei superprofessionisti»


  Lo staff è condotto da un medico veronese «Mai più altoatesini coi chiodi in bocca»


 

 
BOLZANO. Ci siamo. Domani apre i battenti al Kampill Center la prima clinica odontoiatrica low cost dell’Alto Adige. I dentisti altoatesini avvertono: «Occhio alle protesi cinesi». Fulvio Pietro Bettagno, l’implantologo veronese che dirige la struttura, è pronto alla sfida: «Il nostro non è un discount del dente e non utilizziamo protesi cinesi. Siamo qui per offrire prestazioni di alta qualità a prezzi accettabili perché non vogliamo più vedere altoatesini che per risparmiare sono costretti ad andare all’Est e poi tornano con i chiodi in bocca. Abbiamo già 350 prenotazioni e puntiamo a curare 5.000 pazienti l’anno».


 Il “Mirò Medical Dental Center” - così si legge sulla porta d’entrata - vuole sbaragliare il mercato.


 L’ambulatorio è imponente, supertecnologico con televisori a schermo piatto in sala d’aspetto. In seicento metri quadrati - progettati dall’architetto Emiliano Vitali - trovano spazio dieci ambulatori, una sala chirurgica, due sale per la sterilizzazione, un laboratorio odontotecnico, una sala per la radiografia panoramica oltre alla sala d’aspetto col bancone dell’accettazione ed a varie salette riunioni.


 «Abbiamo fatto le cose in grande e usiamo macchinari ad alta tecnologia - continua Bettagno - pensate che sono stati utilizzati quasi nove chilometri di fili elettrici».


 Ma chi sono i finanziatori della clinica? «La Mirò srl è nata l’anno scorso. Diciamo che si tratta di un sodalizio i cui soci, tutti professionisti altoatesini oltre a me, si sono costituiti in una fiduciaria».


 Perché avete deciso di aprire proprio a Bolzano?


 «L’abbiamo fatto, condividendone spese e rischi, per mettere a disposizione del pubblico un modo nuovo di operare nel campo medico-odontoiatrico. Ci siamo muniti dei più moderni e sofisticati mezzi tecnici e per ridurre il più possibile i costi ci siamo dotati di una organizzazione che consente la massima razionalizzazione della spesa, a partire dalla produzione delle protesi (certificate ISO 9000) che facciamo noi. Il tutto per poter offrire un servizio qualitativamente eccellente e certificato con una notevole riduzione di costi».


 Allora siete dei benefattori? «No, professionisti seri ma molto organizzati e in grado di proporre prezzi accettabili». I colleghi però non sono convinti e li aspettano al varco: in queste settimane circolavano voci di tutti i tipi che vedevano al “Mirò” dentisti giovani, di poca esperienza, dell’Est...


 «Non è assolutamente vero» ribatte Bettagno, che a Verona è titolare di altri due studi odontoiatrici. «Lo staff iniziale è composto da quattro professionisti». Tutti iscritti all’albo. «Oltre a me Italo Gosetti, Octavian Radu Fagaras e Kristine Decheva. Mano a mano che andremo avanti l’equipe aumenterà di numero».


 I medici altoatesini non vogliono convincersi ed hanno una precisa idea di come farà la clinica ad abbattere i costi e far contenti i pazienti: «Useranno molto probabilmente protesi cinesi. Magari testate in Italia ed Europa, ma fatte in Cina». «Macché Cina e Cina - risponde Bettagno - facciamo tutto noi in laboratorio. I materiali dentari poi sono quelli della Gerhò che i miei colleghi conoscono bene». Intanto i viaggi all’estero per risparmiare continuano ad aumentare. I dati di EcoKonsum Federconsumatori (Cgil) dicono che nel 2007 su 3.500 richieste di rimborso inoltrate alla Provincia, circa 350 erano di altoatesini che sono andati all’estero a farsi curare i denti. Le mete preferite sempre le stesse: Croazia, Ungheria e addirittura la Svizzera. E per EcoKonsum il fenomeno ha assunto dimensioni inarrestabili. «Noi puntiamo ad intercettare tutti questi pazienti che sono quelli che hanno diritto al rimborso della Provincia perché hanno un reddito familiare compreso tra i 25 e i 30 mila euro l’anno. Oltre ovviamente - conclude Bettagno - a tutti gli altri».

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